sabato 26 maggio 2012

Aveva 30 anni e pesava quanto la sua età, passata tra centri specializzati ed ospedali. Poi, nel pieno della vita, Kate Chilver si è spenta in un reparto di rianimazione, per le complicazioni dovute ad una bestia nera, le cui cause sono, all’attuale, pressoché sconosciute. Perché si smette di mangiare? Perché la nostra mente rifiuta il cibo e non ce ne fa più avvertire il naturale bisogno? Non si sa il perché. Non si sa per quale motivo, a 12 anni, Kate Chilver abbia iniziato a soffrire di anoressia nervosa. Prima stava un po più attenta alla dieta ed alla sua linea, sino ad eliminare anche ciò che le serviva. La mente che si scinde dal corpo. Gli occhi che non vedono il declino fisico. La ricerca di perfezione che ci porta a voler essere magre ad ogni costo. Ma il costo della vita è troppo alto, soprattutto per una trentenne.
La battaglia di Kate è durata 16 lunghi anni. Una vita passata tra centri specializzati ed ospedali. Centinaia di esperti consultati, nella speranza di trovare la radice del problema. Kate, per molti esperti che hanno avuto modo di visitarla, è risultata la paziente che ha manifestato il caso peggiore di anoressia della storia. Pensate che l’indice di massa corporea della donna oscillava tra 9 e 12, mentre, in condizioni normali, non dovrebbe mai scendere al di sotto del 20. Un dato che fa ben capire la gravità della patologia che ha risucchiato il corpo e l’anima della povera Kate. Le pareti dello stomaco e dell’intestino stavano lentamente morendo, a causa dell’afflusso insufficiente di sangue. Nulla ha risvegliato Kate da questo stato d’abbandono. Non sono servite la cure psicologiche né la nutrizione assistita. Cosa si celava nella mente di questa trentenne sofferente? Cosa aveva vissuto di così problematico ed insuperabile da condurla al deperimento?
Il suo cuore non poteva pompare il sangue necessario alla sopravvivenza dell’organismo della donna. Era, infatti, rimasto di dimensioni microscopiche, rispetto al normale sviluppo del muscolo in età adulta. Kate non produceva grasso che andasse ad ammortizzare i vasi sanguigni i quali, a loro volta, non irroravano, a sufficienza, i tessuti. Le pareti dello stomaco e dell’intestino erano nacrotizzate. A seguito di fortissimi dolori addominali, Kate fu condotta, il 12 luglio scorso, per l’ultima volta, in ospedale. E la sua anima fragile, tanto quanto la sua struttura fisica è volata in un luogo dove tutti le auguriamo possa trovare quella pace interiore che il chiassoso mondo odierno non le ha permesso di trovare!
Morire per fame di cibo. Morire perché la mente c’impedisce di provare i bisogni fisiologici ed organici. Morire perché le nostre fobie le lasciamo deperire, assieme al corpo. Non soffochiamo i nostri bisogni e le nostre aspettative. Urliamo al mondo chi siamo e cosa vogliamo. E se scopriamo di aver bisogno d’aiuto, cerchiamo una mano tesa. Non esitiamo a recarci da un esperto. L’anoressia ci mangia l’anima, ma noi possiamo riprendercela!

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